Thegiornalisti
Vol. 1 2011 -

Vol. 1

Alla fine è la solita, vecchia faccenda. Quella del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. E lì c'è poco da scrivere o pensare, è una cosa che dipende dal singolo e amen.

"Vol. I" dei Thegiornalisti non parte bene, parte benissimo. "Siamo tutti marziani" ha tutto per essere un pezzo che rimane e si va avanti così per metà album. Le tracce sono legate da una scaletta perfetta, che le mette in fila e rende i primi sei pezzi un'avanzata inarrestabile e precisa. Thegiornalisti riescono nell'impresa non da poco di prendere echi degli anni sessanta italiani - quelli del Sanremo bello, per intenderci, un buona dose di cantautorato e di mischiarli con un'attitudine brit, che assicura un approccio pop al tutto. Il risultato sono strofe avvincenti e ritornelli che, semplicemente, decollano. Punto.

Perché non c'è molto da dire e i pezzi parlano da soli. Di "Siamo tutti i marziani" ho già detto, ma meritano elogi anche la leggerezza di "Una canzone per Joss", la malinconia di "Animali" e la rassegnazione (incazzata) di "Io non esisto". Ma non ha molto senso fare riferimenti a pezzi particolari, perché è l'insieme delle prime sei tracce a vincere a mani basse. Così come - da "E allora viva!" in poi - è l'insieme a calare. Non ci sono stravolgimenti, ma i pezzi perdono forza e, con essi, scende anche l'interesse. Se all'inizio il passaggio da un brano all'altro era del tutto naturale e quasi difficile da cogliere, da qui in poi la sensazione è piuttosto quella di un tirare in lungo. Ed è un peccato, perché le idee ci sono e la voglia di fare qualcosa di diverso anche.

E quindi, bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Io sono ottimista.

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