bandwidth Quadro 2011 - Punk, Noise

Quadro precedente precedente


Sei tracce, anche troppe per un EP, e venti minuti di dolore uditivo


Sei tracce, anche troppe per un EP, e venti minuti di dolore uditivo: così si presenta "Quadro", nuovo disco dei "Bandwidth". Innanzitutto occorre dire che l'elemento "innovazione" e l'elemento "Bandwidth" si respingono come due cariche dello stesso polo. Tutto già sentito, tutto molto rumoroso e -talvolta- fastidioso. "Quadro" crea un impatto innaturale tra la musica e l'ascoltatore: un limite che rende ostico l'approccio con il disco e restringe le possibilità d'espressione del gruppo.

«I am right, you are wrong»: l'introduzione "Qita Gazzah" ci porta in Palestina, in quel luogo segnato da battaglie e da una chiusura mentale che non permette dialogo. Gli strumenti vengono maltrattati e suonati con violenza, le scariche noise entrano nella melodia -che armonia non possiede- e la taglieggia fino a farla sanguinare. "The Wire" è più punk, pur mantenendo le solite incursioni di chitarre distorte; idem la brevissima "Youth Against Gheddafi". Punk, noise, no wave. Tutto molto uguale.

L'EP non raggiunge la sufficienza. Il sound, sin troppo lo-fi, disturba l'ascoltatore fino a stancarlo. La musica eccita, irrita, rilassa ma non disturba, mai. I Bandwidth non riescono ad evitarlo, peccato.

---
La recensione Quadro di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-08-23 00:00:00

COMMENTI (4)

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia
  • Satanasso 12 anni fa Rispondi

    La tua umiltà ti fa onore e c'è da prenderne atto, va a tuo merito indubbiamete... ma, spiacente, il fatto dell'mpatto è tremendamente soggettivo, non posso accettarlo come crsma d'analisi musicale, che n po' fredda dev'essere, rientra semmai nella legittimità di un ascolto passionale

  • cseil 12 anni fa Rispondi

    @Satanasso "La musica eccita, irrita, rilassa ma non disturba, mai. I Bandwidth non riescono ad evitarlo, peccato." Loro non riescono a fare nulla di quello che ho elencato: eccitare, irritare, rilassare. Non hanno evitato l'elemento del disturbo: è l'unico che c'è.

    L'impatto naturale nella musica c'è eccome. Quando una bella canzone ti colpisce, non lo fa senza eccessive difficoltà? Ti colpisce e basta. Ti emoziona e basta, in un lampo. L'impatto innaturale di cui parlo è proprio questo. In questi sei pezzi è come se ci fosse una barriera che la musica crea e non riesce mai a rompere. L'ascoltatore è sempre distante dalle emozioni che dovrebbe far nascere.

    Mi scuso se non è stato chiaro il concetto che volevo esprimere, ma insomma.. serve anche questo per crescere, grazie per avermelo fatto notare :)

    @feedbaknoise, io non so che album hai ascoltato nel 2012, non lo voglio sapere :)

  • utente57088 12 anni fa Rispondi

    ".....L'EP non raggiunge la sufficienza. Il sound, sin troppo lo-fi, disturba l'ascoltatore fino a stancarlo....." quale ascoltatore ? quello abituato a sentire brunoricarnesicolapescedimartinocaposselacani ??? questo e' uno dei migliori album del 2012 e la recensione grida vergogna ! - 8

  • Satanasso 12 anni fa Rispondi

    In che senso il recensore usa il termine "armonia"?... nel senso greco o per quel che s'intendeva nel Medioevo?... E cosa significa, "impatto innaturale tra la musica e l'ascoltatore"?... Per contraltare, esiste un impatto, cosiddetto, "naturale"? Ma se l'impatto è "innaturale", allora in realtà "disturba", smentendo il successivo assunto che: "... eccita, irrita, rilassa ma non disturba".
    Magari alla fine il critico c'ha pure ragione, nella sostanza, ma l'esposizione è incredibile. Diciamo che il critico ha creato un impatto "innaturale" tra la recensione e chi la legge.