Lam
Focus 2002 - Post-Rock

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Ancora sorprese che giungono dalla Calabria e dalle sue provincie più remote. La sibaritide, ricca di storia millenaria, aspira a diventare la sesta provincia calabrese, ma questo poco importa a chi legge questa recensione. Meglio parlare della musica dei LAM, sigla dietro la quale agisce un duo composto da Fabio La Vecchia e Rosario Faita, un buon esempio di post-rock minimale con venature prog che rimanda ad esperimenti molto in voga in questi ultimi anni (Labradford). Il nome al quale associare, però, quello dei LAM è, a mio avviso, quello dei God Speed You Black Empereor; del gruppo canadese, infatti, il duo cosentino raccoglie l’anima più riflessiva, facendo leva sui sintetizzatori. Le atmosfere eteree vengono ricreate con eguale spirito progressivo dilatandone i sottili passaggi armonici, e i brani sono mediamente molto lunghi e di non facile presa, rigorosamente strumentali anche se non mancano brevi passaggi vocali, usati come se facessero parte della strumentazione. Alcuni episodi - come “Deep” o “Promenade” - possono anche soddisfare il conduttore radiofonico più avventuroso, senza che questi corra il rischio di essere linciato dagli ascoltatori. All’apparenza questo demo potrebbe sfiancare, perché il tono è sommesso e mancano le accelerazioni elettriche tipiche del post più in voga (quello degli scozzesi Mogway o dei nostri Giradini di Mirò), ma solo i ripetuti ascolti contribuiscono alla sintonia con i musicisti, imprescindibile per apprezzare opere di questo livello.

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