Miriam in Siberia Vol. 2 2011 - Rock, Psichedelia, Hard Rock

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Secondo album del quartetto Miriam in Siberia, che segue l'esempio dei maestri Verdena, eleggendo la malinconia a propria musa

Predominano atmosfere liriche in “Vol.II”, secondo album di Miriam in Siberia, con testi e melodie struggenti, che hanno - se non altro - il pregio di rifuggire toni troppo sdolcinati. Merito del quartetto campano, che ha saputo calibrare con maestria riff rockeggianti ma mai cantilenanti, passaggi folk per un tocco di romanticismo e un accompagnamento di synth che conferisce modernità e brio. 

Perfetta sintonia, insomma, per un album che riecheggia uno psych rock piuttosto tenebroso, in cui il brano più solare è rappresentato dal lento doc “I fiori di Eleusi”. Atmosfera vagamente gotica anche per “Fede e Ragione”, impregnata di suoni effetto “organo” e di cori, mentre giri incalzanti di synth si susseguono in  “La fine del giorno”, che ha dalla sua un ritornello efficace e di forte impatto.

Quanto ai testi, non sono certo prosaici, né lieti: non a caso l'album si apre con la ripetizione ossessiva  di frasi come “I giorni non volano più” e “mi sento come prima di morire” (“Moog Stomp”), per poi passare ad affermazioni enigmatiche quali “Speri che senza lividi riderai perché sarà più semplice” (“Un numero”).

Concludendo, va bene la passione per l'analogico, per il vinile, per le sonorità anni Settanta, ma senza esagerare, perché il progetto mantiene, nonostante i pregi, un retrogusto un po’ antiquato e si avvantaggerebbe forse di un piccolo restyling, per rendere i pezzi più leggeri e di facile ascolto.

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La recensione Vol. 2 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-12-15 00:00:00

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