Hobocombo Now that it’s the opposite, It’s twice upon a time 2011 -

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Uno dei pregi di questo lavoro è quello di reificare concretamente tutto un immaginario pre e post psichedelico, partendo da prodromi colti, come l'intento di tributare onori al mitico Moondog, nom de plume di Louis Thomas Hardin, compositore minimalista attivo tra gli anni 40 e i 60 del secolo scorso. Ed è proprio una rivisitazione onesta di quelle atmosfere che il combo (Andrea Belfi, Rocco Marchi, Francesca Baccolini) mette in opera, tra richiami fungini e lisergiche coloriture.

La ciclica "Theme", con una chitarra che insiste su variazioni minime e aperture da synth, risulta tracciare già tutte le coordinate dell'intero lavoro. "Stamping Ground" è una di quelle sghembe parentesi alla Storm & Stress, percussive sinapsi e cori ambientali, così come "Be a Hobo" risulta un mantrico indianeggiamento, molto vicino alle estenuanti tirate degli Ohm (ma anche degli Ektroverde). Poi arriva il bebop orchestrale scritto da Moondog per la morte di Charlie Parker, "Bird's Lament", tra swing e cori, e si avverte quell'aura di schietta commozione.

C'è appunto Parker, e ci sono le pulsioni lisergico-avantgarde di Philip Glass e Steve Reich. Un disco che fa della ricerca filologica la sua stessa raison d'etre. Per chi possiede davvero capacità di ascolto e apertura incondizionata.

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La recensione Now that it’s the opposite, It’s twice upon a time di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-11-02 00:00:00

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