The Gold Bug T.G.B 2011 - New-Wave, Post-Rock

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Guardando la foto all’interno di questo omonimo disco dei Gold Bug li faresti dei metallari over 40 depressi e senza idee, ci si trova invece al cospetto di un discreto disco post rock che però risente di influenze variegate che non danno a questo lavoro la giusta coesione.

Guardando la foto all’interno di questo omonimo disco, i Gold Bug li faresti dei metallari over 40 depressi e senza idee e quasi non inseriresti il disco nel lettore. Nulla di più sbagliato. L’iniziale "Lay Down" ci immerge in un mondo completamente differente, fatto di suoni eterei e voci delicate, il più classico dei dischi post rock da decennio passato.

Pause ed esplosioni, momenti di calma, attimi di aggressiva melanconia e repentini cambi d’umore caratterizzano tutta la durata del lavoro di questi romani, che, con assoluta onestà confezionano un discreto disco di genere: uno di quelli ben suonati, rifiniti dettaglio dopo dettaglio, ma, a meno che non siate veri fan di destrutturazioni e sperimentalismi, difficilmente ricorrerete al repeat.

I brani, interminabili, sono penalizzati da sonorità fin troppo eterogenei: ogni traccia suona diversa e manca un filo conduttore che rappresenti bene la personalità del trio. Manca un coesione sonora che dia una forma al tutto: buoni i momenti più prettamente "post", meno riusciti quelli new wave, che mal si inseriscono nella struttura dei brani. Ottime potenzialità insomma, ma il risultato non sempre convince.

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La recensione T.G.B di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-02-15 00:00:00

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