Lucia Manca
Lucia Manca 2011 - Pop, Folk, Acustico

Lucia Manca

Ottimamente prodotto da Giuliano Dottori, l’esordio della cantautrice pugliese è intriso di sogni e romanticismo, ma nasconde anche un interessante dark side.

In “Goccia a goccia”, Lucia Manca canta l'intenzione di “non farsi toccare, ma solo sfiorare”, e involontariamente riassume anche il maggior difetto del suo disco d'esordio, e cioè una leggerezza che diventa spesso rarefazione, la sensazione di trovarsi al cospetto di una creatura fin troppo eterea, al limite dell'inconsistenza. Non che tanta “ariosità” sia sgradevole, anzi: sono canzoni che ti sfiorano, appunto, delicate e sognanti, e scrivendo inconsistenza non intendevo certo dire qualcosa come sciatteria o superficialità.

La cura di ogni dettaglio è evidente – del resto il produttore è Giuliano Dottori degli Amor Fou, mica il primo che passava di là – così come una forte consapevolezza stilistica, che rende il lavoro coerente e scorrevole: pop nostalgicamente moderno, con sfumature jazzate, percussioni morbide, e la voce che gioca con una vezzosità finto ingenua, per accentuare un effetto carillon che in alcuni episodi è efficace – la nostalgica “Sogno antico”, la fiabesca “Incanto” - mentre in altri suona abbastanza stucchevole (“Goccia a goccia” sembra Meg che scrive una canzone per lo Zecchino d'Oro).

A far perdonare certe cadute nel mieloso, però, basta “Giochi ancora”, con i “suonini” che disegnano un ambiente quasi pauroso, spettrale come un luna park deserto. Fossi Lucia Manca, in futuro seguirei questa strada, più Dresden Dolls e meno Norah Jones, forse più impervia ma senz'altro affascinante.

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