IRAN IRAN
Where the beat sounds the same 2011 - Punk, Post-Rock

Where the beat sounds the same

Quattro canzoni sulla scia dei Rapture. Un po' di concerti, una buona produzione e il risultato potrebbe essere davvero interessante

Iniziamo con una nota extra musicale: con un nome del genere, se mai si presentasse l'occasione per gli Iran Iran di fare una tournée oltreconfine, sarà praticamente impossibile varcare quello statunitense, vista e considerata la fobia che in questi ultimi anni gli yankee hanno di Ahmadinejad e di tutto ciò che rappresenta.

Così come è anche vero che, per raggiungere quest'obiettivo, la band dovrà ancora lavorare molto. Innanzitutto sulla pronuncia, al momento l'aspetto meno credibile per poter competere ad armi pari con i capisaldi del genere con cui si confrontano. E nello specifico ci riferiamo, come spesso succede ultimamente, ad una e una sola band, ovvero i The Rapture, vero e proprio punto fermo a cui molte formazioni nostrane si sono ispirate negli ultimi anni.

E il quartetto triestino non fa eccezione, ma evita intelligentemente di esordire subito con un'opera sulla lunga distanza, preferendo invece il formato dell'EP. Così facendo, non solo limita i danni, ma riesce persino a farsi apprezzare con 4 canzoni godibilissime. Visto infatti come stanno le cose, ovvero una capacità di scrittura già oltre la sufficienza, ma lontana da uno stile personale, un long-playing avrebbe appesantito non poco l'ascolto, mentre con solo 1/3 delle tracce rispetto alla classica dozzina, il risultato é più che apprezzabile (al netto dei difetti sottolineati qualche riga addietro).

Persino l'attitudine è quella giusta, ma un bel po' di concerti e un produttore che sappia plasmare al meglio il sound permetterebbero alla proposta di scalare qualche gradino nella lunga lista delle preferenze di molti. Attendiamo risvolti positivi prima che il mondo finisca.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.