Agabus s/t 2002 - Metal, Crossover

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È racchiuso in un artwork lodevole, questo disco autoprodotto degli (e dagli) Agabus, formazione metal lombarda. Sostanzialmente caratterizzato da trame sonore che vanno dal power al trash, passando per il death e non dimenticando - ovviamente - il crossover, questo disco si può inserire nella categoria di quelle produzioni che di originale in sé hanno poco o nulla, ma che possono comunque risultare piacevoli per gli amanti del genere. Solo per loro, però: questo è un disco che a nessun’altro si rivolge.

Ecco quindi che ben presto possiamo descrivere le coordinate stilistiche di un lavoro del genere: riffoni distorti alternati, sovrapposti o consequenziali a voci che passano dai toni alti (in questi casi sembra a volte riecheggiare l’enfasi di Renato Zero!) a tonalità incavate, i pezzi di chitarra stoppati, la batteria che spacca, i testi veramente arrabbiati e il basso sommerso dagli overdrive. E quindi ecco le influenze più chiare: Pantera e Soulfly e Sepultura. Tutto questo e nient’altro, insomma.

Citiamo quindi gli episodi migliori: “Slaves of this society”, ad esempio, è un ottimo esempio di heavy/death-metal, che ha nella ‘stratificazione’ di voci e coretti il suo punto di forza; “The night of revenge” è invece una buona canzone death/trash-metal, in cui perlomeno si abbozza una modifica del concetto di ‘forma-canzone’. “Sumbeams vitae” è invece caratterizzata da un buon power metal. Insomma, questo e poco altro emerge in un contesto sostanzialmente monolitico e monocorde.

Se gli Agabus volessero insomma cercare di creare qualcosa di nuovo e un po’ più personale, la prima cosa che dovrebbero fare è lasciare il metal. Se invece volessero continuare a divertirsi seguendo il percorso già intrapreso, nessuno ovviamente lo vieterebbe loro. Ma i risultati credo sarebbero più o meno simili a questo disco: piacevoli, in qualche caso, e nulla più.

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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-04-10 00:00:00

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