Non mi piace parlare male dei gruppi. So che dietro a ogni demo registrato ci sono molti sacrifici: tante ore passate in cantina a provare e riprovare, tanti soldi spesi per registrare e auto-prodursi, tante energie impegnate per cercare di ritagliarsi un piccolo spazio, etc..
Fatta questa breve premessa devo dire che gli Arteaparte non mi lasciano molte scelte in proposito; il loro demo, infatti, raccoglie 6 canzoni senza arte né parte (ehm…), improntate a un pop leggero quanto piatto e insipido. Dicono di essere influenzati da PJ Harvey e Radiohead, a me sembra più che altro dai Matia Bazar - o nel migliore dei casi dai DirottaSuCuba. Mancano melodie che siano fresche, manca un minimo di ricercatezza nei suoni, manca, per farla breve, l’ispirazione.
Non nascondo la fatica che ho fatto per arrivare fino alla fine del disco, dove l’iper enfatica ballatona adolescenziale è stato un vero e proprio colpo di grazia, per le mie già stanche orecchie. Bisogna riconoscere però che le canzoni sono ottimamente registrate, e che i quattro sono buoni strumentisti, cantante compresa. Il problema è che non si può certo dire lo stesso della qualità artistica dei loro pezzi, magari perfetti per San Remo o per un qualunque piano-bar di provincia, ma meno per noi di Rockit.
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La recensione Refresh your senses (ep) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-04-14 00:00:00
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