2 Pigeons Retronica 2012 - Sperimentale

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Kraftwerk, Tricky, Björk, Air e tutto il campionario electro-sperimentale anni ’80 e ’90. Oltre la cortina di nomi, appellativi, diciture ed etichette, c’è un album davvero interessante e variegato.

Kraut, electro, house, tecno, pop, jazz, trip-hop, ambient. “Retronica” è un ottimo disco. Applicate pure l’etichetta che preferite. Applicatele tutte se volete, oppure nessuna. Il progetto 2 Pigeons, è in fermento continuo. In crescita esponenziale. Un moto perpetuo. Un album che cambia velocità. Sceglie arbitrariamente la costanza e il senso della propria rotazione una volta inserito nel lettore. Merito dei cervelli, dunque. Non sono fuggiti tutti, a quanto pare. Merito della voglia di ricercare, sperimentare, di mettersi regolarmente alla prova. Intraprendere sempre la strada più insidiosa e forzare la porta meno rassicurante. Ecco, immaginate questo disco come undici porte, una meno rassicurante dell’altra. Una volta entrati sarete risucchiati da un cosmo davvero complesso, estremamente ricco di colori vividi ed eccitanti. Schegge di supernova incasellate in brani da tre minuti e mezzo. Tastiere di cobalto e carminio e voce di luce pura, algida e al contempo capace di scaldarti. Uno spettro indefinito di colori analogici e sintetici.

Dalla claustrofobica “Completely Lost”, ai sussurri sincopati e danzerecci di “Hard Working Space”. Un connubio di “tecnologia e progresso” e tradizione della forma canzone. Canoniche strutture costruite per sovrapposizioni, per stratificazione e bilanciamenti. Un’estrema moltitudine di sfumature di elettroencefalogramma impazzito. La tediosa e affascinante “Turtulleshe” vede la partecipazione di Pierpaolo Capovilla (Il Teatro degli Orrori), impegnato in un intreccio vocale con Chiara Castello (la vocalist della band). Roy Paci, invece, contribuisce alla creazione di una vera e propria giungla sonora in “Ghost Dog”. Lo smarrimento prosegue e si acuisce nella successiva “Teknowest”, giocata sul contrappasso fra dei lenti e dei vivaci. L’andamento incalzante si distrugge poi in “Satellite”, ipnotica suite corale. “Retronica” si chiude con “Nervous Countdown”, testamento ora recitato con robotico distacco su chitarre distorte, ora straziante e disperato sui “tappeti rumorosi” creati dall'altro pigeon Kole Laca.

Kraftwerk, Tricky, Björk, Air e tutto il campionario electro-sperimentale anni ’80 e ’90. Oltre la cortina di nomi, appellativi, diciture ed etichette, c’è un album davvero interessante e variegato. Di assoluto respiro. Buon ascolto.

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La recensione Retronica di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-03-27 00:00:00

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