Marco Caraffini parte bene, con un pop fresco all’italiana che ricorda il tono adolescenziale del primo Cremonini. Racconta di un amore giovane sopra al suono di una chitarra semplice e scegliendo un nome di donna perfetto per l'airplay (Giulia). Si continua con filastrocche pop, musica da spiaggia insomma. A volte i testi si fanno più introspettivi ("Mi sembra un po’ strano"), altre l'arrangiamento vira verso suoni più anni '80 e in "Non sento più" compaiono anche dei synth.
La malinconia nelle lyrics, contornata da vaghi interrogativi esistenziali, è presente in "Quanto durerà", mentre torna un tono accattivante e simpatico in "Ma che vita fai". Stile coerente e poche pretese per un artista che ha uno stile “casalingo” ed evita auto-presentazioni roboanti. Per il momento va bene così, se le ambizioni sono più alte, serve altro.
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