Encendedor Finché morte non ci separi 2001 - Rock, Pop, Noise

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Se Grosseto si trova mai, o quasi mai, al centro della cronaca e degli avvenimenti nazionali, una ragione ci sarà. E a dirla tutta sin da subito, mettendo le mani avanti, chi scrive non la conosce. Ma immaginare che gli Encendedor, rock band di stanza proprio nel centro toscano, si trovino a disagio nella tranquillità di una città di provincia, aiuta a capire il loro modo di interpretare la musica.

Che si traduce in un noise rabbioso, attitudinalmente punk, e testi per nulla accomodanti, al limite del nichilismo. Pezzi cupi (la title track "Finché morte non ci separi"), violenti ("Snown town", "Prova a sorridere"), persino al limite del melodico ("Velenosa"), sono inseriti in un ambizioso patchwork, tra spezzoni televisivi trash, con l'intenzione dichiarata di realizzare un concept album sui temi del delirio e dell'abbandono.

Gli Encendedor, giunti al loro terzo demo, hanno il merito di aver intrapreso una strada difficile senza essere caduti in gratuite cadute di tono, se si eccettuano poche frasi al limite del sessismo: la scelta di rinunciare a smancerie varie e scelte musicali facili e orecchiabili, in fondo, li premia. Il rischio, che tra l'altro già si avverte qua e là nel demo in questione, è quello che questi ragazzi possano prendersi troppo sul serio.

In fondo cazzeggiare non è un reato, e forse questi quattro ragazzi (tra i 20 e i 23 anni) dovrebbero cominciare a farlo.

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La recensione Finché morte non ci separi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-04-23 00:00:00

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