A leggere i ‘proclami’ che accompagnano le inserzioni pubblicitarie relative all’esordio dei Vibra, si fa molta fatica a credere che “Disturbi” rappresenti il ‘nuovo rock italiano’. Ma d’altronde siamo abituati a tutto quando si tratta di trovare definizioni per descrivere proposte che si collocano esattamente nella media delle produzioni. Le 9 tracce di questo lavoro, quindi, non mancano di suscitare le impressioni riportate qualche riga più sopra, per il semplice fatto che i Nostri non rischiano di una sola virgola al momento di arrangiare i brani.
Per carità, non che qui dentro si manifestino punti deboli, anzi, però tutto suona talmente standard che mi chiedo: perché mai dovrei riservare uno spazio al cd dei Vibra nella mia personale discografia? E non bastano neppure i campionamenti e i suoni ‘macchinosi’ di Gabriele Di Majo per dare una svolta decisiva al progetto vicentino.
Eppure gli ingredienti ci sarebbero tutti: Luca Pettenon ci sembra un vocalist valido (molto meno i testi in cui ci sembra imperdonabile la citazione manuelagnelliana in “Pazzo di te”), le chitarre di Giampietro Bassa macinano rock senza timore, e la sezione ritmica è costantemente presente. Insomma, di ‘groove’ ce n’è, ma non basta: alla ricetta mancano abbondanti dosi di originalità e personalità - e crediamo che i ragazzi possano trovarla solo quando decideranno di abbandonare i modelli di riferimento (i quali, a loro volta, già hanno provveduto a battere altre strade da qualche anno).
Inoltre, dovrebbero tendere alla sintesi, evitando quindi di cedere alle tentazioni zeppeliniane che troppo spesso ritornano in fase compositiva - e qui mi riferisco alla durata dei pezzi: non è infatti pensabile che la traccia più breve duri poco più di 3’ e mezzo e la più lunga tocchi i 7’ - senza poi considerare la media generale che supera i 5’ a brano.
Crediamo, perciò, che solo dopo aver provveduto alla revisione dei propri piani, il quartetto potrà regalarci sprazzi di musica per la quale saremmo disposti a concedere preziosi minuti della nostra attenzione; con “Disturbi”, ne siamo certi, non ne sentiamo la necessità.
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