Gli Area 167 sono uno dei tanti gruppi ai quali il (nu) metal ha in qualche modo cambiato la vita. E se la loro vita - almeno per ora - non è cambiata nello stipendio o nella routine quotidiana, sicuramente lo ha fatto nell’approccio alla musica.
Questi cinque ragazzi siciliani, infatti, hanno un bagaglio musicale tipico dell’ascoltatore metal medio (?) e hanno uno stile compositivo (?) che assomiglia a molti dei gruppi che ascoltano. Non ci si deve preoccupare insomma se, ascoltando queste quattro canzoni, si senta riecheggiare la voce di Fred Durst dei Limp Bizkit o il Max Cavalera più esarcebato. E non ci si deve nemmeno spaventare se le strutture dei brani siano sostanzialmente tutte uguali fra di loro, ma neanche molto diverse da certe cose dei Limp Bizkit o dei Soulfly o anche degli stessi Deftones. E non si trova nessuna novità nemmeno nel suono degli strumenti: provate ad ascoltare uno dei gruppi sopraccitati - o chiunque altro suoni la batteria o una chitarra distorta - e ci troverete le stesse identiche cose che riempiono questo cd-r.
L’unico consiglio che posso dare quindi a questi ragazzacci è quindi sempre il solito: smettere i panni di questa musica banale (sì: banalissima) e tentare di provare soluzioni che se proprio non dovessero essere originali siano perlomeno personali.
E poi verrebbe quasi naturale, dopo avere ascoltato questo demo o tutti gli altri dischetti sui generis che mi arrivano a casa, dedurre che il metal abbia ormai perso ogni possibilità di creare qualche alchimia originale o qualche novità. Ma evito sproloqui di questo tipo: sappiamo tutti che i teschi - e le vene e il sangue e il 666 e il diavolo eccetera eccetera - potrebbero piombarmi nella vita quotidiana come fantasmi irridenti.
Ultimo appunto: evitate di riempire con la solita, triste, enfasi le vostre note biografiche. Insomma, note biografiche non significa auto complimentarsi, o l’elenco di tutti i concorsi a cui una band si è classificata al secondo o terzo posto. Note biografiche significa dare qualche notizia interessante sul proprio conto e qualche dato sulla proprio vita. Il resto è retorica. E la retorica non è amore, anche se a qualcuno piacerebbe fosse così.
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