The Softone Horizon Tales 2012 - Folk

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Seconda splendida prova per il cantautore napoletano con l'america nel cuore. Un album ricco, ispirato, denso di blues e romanticismo.

Racconti stagliati su un orizzonte disegnato dallo skyline di una metropoli americana. Intorno, il deserto, la strada, l'aria malsana delle paludi, dove vecchi hobo con la chitarra vendevano l'anima al diavolo. Questi sono gli Horizon Tales di Giovanni Vicinanza, napoletano nato dal lato sbagliato dell'atlantico. Sono storie che sanno di antico e di sudore, che sembrano scritte per essere raccontate sotto un portico di legno scrostato, in un pomeriggio estivo soffocato dalla caligine del sud. Oppure su un'auto senza capote in fuga verso ovest.

Storie attinte da un immaginario faulkneriano, lo stesso che ha nutrito e nutre l'ispirazione dei Bob Dylan, dei Nick Cave, dei southern rockers e dei bluesmen di tutte le età (e di tutte le provenienze). Dipanano le loro trame attraverso suoni salmastri e voci calde - notevoli i duetti con Emma Vicinanza, sia nel mariachi spettrale di “Matamoros” che nella liquida ballad strappacuore “Get Together” - si accendono di lampi new southern sensuali come Kings Of Leon comandano (“Slide Down”), si impantanano nelle acque del Mississippi (“Son of a God”, “True Blues”), viaggiano nella polvere della west coast (“On Your Trail”, “Alien Lanes”) oppure si librano su eterei romanticismi di armoniche e slide guitar (“Never Forget”, “Harmless is Vulgar”).

È un viaggio che abbiamo fatto tante volte, quello nel cuore musicale dell'America, ma facciamolo ancora, e stavolta lasciamoci accompagnare da “Horizon Tales”, ne vale la pena.

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La recensione Horizon Tales di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-04-27 00:00:00

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