The h.e.mo. The horny experimental movement 2001 - Noise, Indie, Grunge

The horny experimental movement precedente precedente

Una cosa che veramente non riesco a capire è questa sempre più frequente abitudine di dare vita a progetti paralleli. Sembrerebbe palese il fatto che tenere i piedi in più scarpe non sortisce altro effetto che diluire la propria creatività, ma evidentemente sono in molti ad avere una grande opinione delle proprie capacità.

Le note biografiche chiariscono subito la situazione degli H.E.M.O. i quali nascono da un’idea di Kitch, già chitarrista de Il Pianto di Rachel Cattiva e attivo col progetto elettronico Karmasutra. Gli altri tre membri del gruppo suonano anch’essi in una o più altre band, tanto che alla fine risulta impossibile stabilire quale sia il gruppo principale e quale quello collaterale.

Questa situazione aggrovigliata mostra tutta la sua fragilità nelle tracce di un album che, benché mostri spunti interessanti, finisce con l’arenarsi su partiture affrettate e sonorità datate. Alla fine la musica è facilmente descrivibile come un hard-rock venato di indie che può ricordare a tratti l’ultimo Henry Rollins (“Get back”) a tratti i Fugazi più facili (“Hey… this is beautiful”). I vari tentativi di arricchire il suono (il basso nu-metal di “Shine” o le percussioni esotiche sparse qua e là) non fanno che amplificare la sensazione di trovarsi di fronte a una formazione troppo disomogenea.

Curiosamente il brano migliore è anche quello più atipico, ovvero “Like a trashdiver”, una ballata acustica tetra e depressa che ricorda il folk apocalittico dei Current 93. A volte le strade più fertili sono anche quelle più improbabili.

---
La recensione The horny experimental movement di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-05-09 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia