Daniele Celona Fiori e Demoni 2012 - Cantautoriale, Rock, Alternativo

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Cantautore con l'elettrica, Daniele Celona fa il suo e lo fa bene

Negli ultimi anni i cantautori che cantano sono una rarità. Si urla o si bisbiglia, ma il canto forte e potente, a tutta voce, non è così frequente. Non è un'osservazione critica, solo un dato di fatto. Daniele Celona, invece, la voce ce l'ha e la usa. Tutta.

"Fiori e demoni" è un disco rock con testi da cantautore. Testi di quelli che inventano personaggi e raccontano storie, che scavano per portare a galla sentimenti e sensazioni. Come in "Acqua", che mette in fila tante vicende diverse, da quella del ragazzo che accoltella un tifoso avversario a quella del fratello della vittima, un poliziotto che assiste all'accoltellamento. Storie che si incastrano e convincono. Non ci sono giri di parole o metafore: Celona racconta con uno stile essenziale. A livello musicale, sono le elettriche a occupare il centro della scena, per una scarica sonora generale non da poco (si ascolti la botta al centro del primo brano).

Un riferimento sensato potrebbe essere quello di Fabrizio Coppola, altro cantautore impegnato che non risparmia sulla voce. A dover parlare di rischi, invece, il più evidente pare quello di una deriva giulianosangiorgica: in questo disco, però, il virtuosismo fine a se stesso viene tenuto a debita distanza. Certo, se non si è abituati ad ascoltare questo tipo di cantautorato rock, a fine disco si avverte un po' di fatica e di ripetitività. Ma non c'è nulla da imputare a Daniele Celona. Lui, semplicemente, fa il suo. E lo fa bene.

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La recensione Fiori e Demoni di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-09-21 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • emilianocalori 12 anni fa Rispondi

    Amaro il negro(ni)

  • Satanasso 12 anni fa Rispondi

    In effetti è molto Negroamaro... Concordo con la recensione, ma vorrei chiedere a Villa che vuol dire quando dice "Certo, se non si è abituati ad ascoltare questo tipo di cantautorato rock...".
    Il bilico spettacolare tra Sangiorgi e Nannini, mi sembra un paradigma piuttosto massificato e popolare... hai voglia se ci si è assuefatti.