Echi da new wave inglese anni ’80. Ma alla lontana, molto alla lontana. Sfumature quasi. O semplice piglio decadente. Come se i Placebo vivessero in Italia. Perché è pop nell’accezione del termine, questo dei torinesi Eloise. Giunti alla terza (demo)prova. Pop dall’anima nera. Delicato e ben strutturato. Un paragone facile chiama in causa dei La Sintesi senza manomissioni elettroniche. Un altro paragone, sarà per alcuni passaggi nei testi, va un po’ più indietro negli anni e dice Diaframma "ripenserai agli anni insieme a me come a un lungo preludio al gusto amaro della vita, alla sconfitta, al fallimento"
Complessivamente 5 canzoni molto omogenee per questo “Mathias Rust”. 5 canzoni, ripeto, ben curate e costruite nella forma classica (chitarra-basso-batteria), che si lasciano ascoltare senza fare troppo patetico baccano. E a conti fatti lasciano in bocca un buon sapore. Amaro e disilluso quel tanto che basta per far sì che questi Eloise siano per il sottoscritto una piacevole sorpresa. Come un bel maglione grigio che lasci nell’armadio e ogni tanto te lo rimetti, senza impegno. Specie in alcune giornate in cui un autunno che va a morire riesce a non fare troppa paura.
(copertina del Cd-r molto bella)
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