Giulia Anania S/t 2012 - Pop

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Nell'esordio di Giulia Anania c'è qualche buona idea, ma anche troppa indecisione fra la via del cantautorato e quella del nazional-popolare.

Lei dice che le sue canzoni hanno “lo sguardo rivolto agli anni settanta, quando il popolare non aveva bisogno di mettere il prefisso nazional”. In verità, lo sguardo sembra più che altro strabico. Un occhio al Sanremo, ahimè sì, nazional più che popolare: “La mail che non ti ho scritto”, che infatti ha partecipato al festival, chiama inesorabilmente alla mente un “chissà se tu mi penserai” di pausiniana memoria. Anche “Marta” starebbe a suo agio all'Ariston, ma più nella zona popolare ma piace anche un po' agli alternativi di vecchia scuola vagamente hippie, alla Elisa per capirci.

Poi ci sono l'occhio che guarda al pop languido, elegante e vagamente jazzy (“Petali”) e quello de “Il cigno”, rivolto a certe cantautrici scanzonate che andavano molto a inizio 2000 - ed erano anche simpatiche ma di quasi tutte si sono perse le tracce (Valeria Rossi? Veronica Lock?). Un occhio di cui faremmo volentieri a meno è quello rivolto verso le urlatrici alla Emma, che rovina “La bella stagione”, che parte piacevolmente leggera e poi si perde in un ritornello inutilmente drammmatico.

Lo sguardo più interessante invece è quello popolare nel senso più buono e autentico del termine, che si esprime nella cover di Gabriella Ferri “E' scesa ormai la sera”. Forse è questa la strada da seguire per restare popolare senza cadere più nel nazional: meno Sanremo post-De Filippi e più Sanremo dei tempi che furono (sì, c'è già Nina Zilli, ma la romanità stornellante potrebbe essere il valore aggiunto).

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La recensione S/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-06-12 00:00:00

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