Soyuz Back To The City 2012 - Rock, Alternativo, Emo

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Un buon disco dove però l’ispirazione e la personalità del terzetto rimane spesso sullo sfondo

I Soyuz bazzicano le scene dal 2007, anche se il primo ep e il successivo full-lenght vengono pubblicati tra il 2009 e il 2010. A leggere quanto scritto da chi mi ha preceduto, questo terzetto vicentino sembra essere abbonato ad una formula che non prevede particolari sussulti innovativi.

Come dichiarato dalla band, l'intento è quello di provare a cimentarsi in un genere (l'alt-rock di stampo nineties) i cui capofila ideali sembrano essere tanto i Fugazi quanto i Foo Fighters (“When I look at you”, “Dead cars and broken hearts”). Uno spettro decisamente ampio - vi verrà da pensare - e non sbagliereste: i Soyuz tentano infatti l'impresa impossibile e bisogna riconoscere loro lo sforzo. Peccato solo che allineino una dozzina di canzoni che di quel genere si ciba esclusivamente e, alla resa dei conti, lascia sbiaditi ricordi all'ascoltatore.

Poi è innegabile che sappiano come ottenere un buon sound chitarristico, che per alcuni versi rimanda persino agli Sugar di Bob Mould (“(Here comes) The rain”, “I’ll be back”) e finanche alle evoluzioni emocore di fine secolo (i 30 Second To Mars su “Left unsaid” e nella title-track oppure i Death Cab For Cutie in “Blind” e “Perfect day”). Ma in tutto questo, spiace constatarlo, l’ispirazione e la personalità dei tre veneti rimane spesso sullo sfondo.

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La recensione Back To The City di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-01-08 00:00:00

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