Krokodil White People Krokodil White People 2012 - Lo-Fi, Electro

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Dall’underground campano un’esperienza dronica, dalle movenze dark ambient, per sonorizzare il profilo più spettrale e deforme della contemporaneità.

“Il suono di un hangover” recita la presentazione del progetto Krokodil White People. E le impressioni d’ascolto non si discostano minimamente da tale scenario sonoro: una vera e propria sonorizzazione degli effetti di una lobotomizzante ubriacatura cosmica, di un’alienante vagabondaggio onirico all’interno di un’urbanità post-atomica che riproduce al meglio l’anticamera del collasso (definitivo). Le architetture elettroniche di Aaron Rumore e Stefijan Milosevic altro non sono che il seme corvino scaturito da un allucinante amplesso low-fi tra suoni analogici e digitali: a suo modo un concept-album istintivo, tanto grossolano quanto aggrappato al profilo più deforme della contemporaneità, che parte dai meandri più oscuri dell’underground campano per imbastire un melting pot elettronico che fa del monocromatismo dronico il suo punto di forza, tra la monofonia ipnotica dei Super Minerals di “Moltitudes”, il misticismo brutale dei Sunn 0))) e le trasfigurazioni più paralizzanti del dark-ambient tricolore (Runes Order, Atrium Carceri).

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La recensione Krokodil White People di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-09-27 00:00:00

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