Black Eyed Dog Too Many Late Nights 2012 - Blues, Alternativo

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Black Eyed Dog ci consegna oggi un'altra opera 'made in Italy' dalla caratura internazionale.

Dopo la prima serie di ascolti di "Too many late nights" sono andato a recuperare tutte le parole scritte qui su Rockit dalla collega Sara Scheggia, nel tentativo di scoprire cosa accomunasse queste nuovo lavoro con quanto prodotto in precedenza da BED. E di similitudini non se ne trovano molte, a meno che non si voglia considerare una certa attitudine per il blues come collante fra queste due fasi della carriera di Fabio Parrinello. 

Se infatti nel precedente "Rhaianuledada (Songs to Sissy)" quest'attitudine veniva declinata sulla falsariga della (neo)scuola cantautorale americana (con quello specifico mood tipico di certi artisti come Joseph Arthur e Bright Eyes), stavolta l'ispirazione sembra provenire da esperienze musicali che hanno battuto altri percorsi. Quasi da non crederci a raccontarlo se già conoscete le opere di Fabio Parrinello, ma oggi il blues di cui sopra viene rivisitato e rimescolato ("When I Was Married To You", "Dixie Gipsy, Babe", "Sister") incrociando a grandi linee la lezione retro-futurista del Moby di "Play" e quella deviata dei grandissimi e mai tanto rimpianti Sixteen Horsepower. Musicalmente parlando, quindi, " Too many late nights" rappresenta una svolta: è un disco più arrabbiato del solito, quasi che il Nostro abbia deciso ad un tratto di cambiare completamente abito, vestendo queste 10 tracce con rinnovati colori, per lo più tendenti al nero. 

Non per questo vengono messe da parte le ballate, ma dopo la metamorfosi (compiuta?) sembrano assumere contorni diversi. "Crazy to the bone" (sopra tutte…), "Paper cuts, light green" e "Land's end sanctuary" sono i 3 episodi nel classico vecchio stile ai quali sarebbe stato impossibile rinunciare - e per i quali l'ultimo Joseph Arthur pagherebbe lingotti d'oro per intestarle a suo nome. Negli altri frangenti, quelli più hard, fanno invece capolino alcuni tratti tipici del sound forgiato da Trent Reznor (ascoltate la coda di "Heather" e il climax di "It turns you on"), lontanissimi dall'idea di suono che finora avev(am)o attribuito al progetto.

Dopo Grimoon, BadLoveExperience e Drink To Me, Black Eyed Dog ci consegna in questo 2012 un'altra opera 'made in Italy' dalla caratura internazionale. Un valido motivo per fingersi, all’occorrenza, sciovinisti.

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La recensione Too Many Late Nights di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-06-11 00:00:00

COMMENTI (5)

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  • RoyBatty 12 anni fa Rispondi

    interessante ma non ha dei gran brani , esagerato dire di caratura internazionale.

  • JackLemon 12 anni fa Rispondi

    Feedduccio,chiamaci per favore.Siamo in pensiero.Papa' non voleva tirarti addosso quel vaso sulla testa,e' stato un incidente....
    Ti vogliamo bene,torna presto.
    J

  • JackLemon 12 anni fa Rispondi

    feed:tesoro tutto bene,ti chiamo ma non rispondi?Hai dimenticato che siamo a pranzo dai tuoi?Chiamami.Bacini

  • utente57088 12 anni fa Rispondi

    una stantia laida leziosa e stucchevole parodia dei vari Banhart, Cave, Race ed affini.... un involucro ben confezionato ma inesorabilmente ( ahime'....) vuoto..... ( complimenti Faustiko, sei talmente "professionale" che riusciresti con le tue parole a far diventare un "capolavoro" di livello internazionale anche un album di Maria Antonietta......) voto 4 a BED voto 10 a Faustiko.....

  • JackLemon 12 anni fa Rispondi

    feed : io e te,tre metri sopra il cielo.
    Mi sei mancata ieri notte.
    Sempre tuo
    J