Punk-H.C., filomelodico e ben suonato, questo è da dire. Le chitarre là sotto e anche la batteria alla fine fanno il loro onesto lavoro. Le diverse provenienze dei vari componenti della band si sentono e il suono non è (quasi) mai cliché. Ok, Rimini non è in California, ma non è questo il punto… il punto, sfuocato, a guardare da vicino, è che… è come se mancasse qualcosa. Qualcosa per essere credibili al 100% colpire e lasciare un segno tangibile. Intendiamoci. I testi sono tutti impegnati e schierati contro chiesa, stato, tv, Nato e meritano un plauso x l’impegno (che è sempre meno facile oggigiorno trovarne); idem quando i Marshmallows vanno a trattare l’argomento ‘donne’ sanno essere piacevoli e divertenti (Mad Bread: “felici e contenti si stupran di baci”) o incattiviti (Prendine e abusane). Però questo Alcatraz, prima uscita sulla lunga distanza per i 5 romagnoli (ristampato Ammonia) dà come la spiacevole sensazione di essere, diciamo così, ‘trattenuto’. Né troppo sporco né troppo cool (ovvero h.c. melodico in salsa doppia), i numi Pennywise vengono lasciati lì sull’altarino (Room), l’ingenuità fa il resto (sentitevi Imperialismo cattolico e Conflitti d’interesse o l’assurda Pericolo giallo). Niente sanguina davvero. Nessun livido fa urlare dal dolore. C’è impegno e tecnica, quello sì, ed è quello che fa ben sperare per il futuro, per una maturità che se davvero verrà, sarà spessore e ‘peso specifico’. Per ora resta la curiosità di vederli dal vivo.
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La recensione Alcatraz di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-06-01 00:00:00
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