Municipale Balcanica Offbeat 2012 - Strumentale, Folk, Etnico

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La (ex) Jugoslavia come terra promessa. E un film di Kusturica per non sentirsi soli. È questo l’orizzonte della Municipale Balcanica, tra musica di strada e zingari felici.

Dovessero coltivare un sogno, tra le loro nuvolette, prima o poi, potrebbe apparire Emir Kusturica. E a quel punto basterebbe solo un attimo o poco più per proporre al regista serbo la colonna sonora adatta alla sua prossima pellicola, a patto che nella sceneggiatura si parli di Jugoslavia (o di quel che ne rimane) e dintorni, e che tra i protagonisti compaia qualche rom incazzoso. Che poi in mezzo al discorso ci siano i sogni o la realtà poco conta: il mondo della Municipale Balcanica è un film già di per sé, pieno com’è di ottoni festanti, percussioni ossessive, musica da strada e zingari felici. Metti in cuffia “Offbeat” e vien voglia di pogare, di aggrapparsi alla bottiglia di slivovitz, forse non te ne accorgi ma se ti metti un pallone tra i piedi cominci a dribblare come l’immenso Blaz Sliskovic e, soprattutto, ti salta in mente la Kocani Orkestar. Già, si mettessero in testa di suonare un po’ più sporco, sull’esempio di Ajnur Azizov e soci, la Municipale Balcanica farebbe un balzo in avanti di non poco conto, ma questo è un altro paio di maniche e, in fondo, le cose vanno bene così come sono. Perché da “Offbeat” esce fuori un combo perfettamente a suo agio con tradizioni e culture sdoganate non da troppo tempo nel nostro Paese, e poi tra le sue note si configura un orizzonte che va al di là dei Balcani. Non è difficile accorgersi di un certo amore dei ragazzi per il jazz, che fa capolino in “Kurumuny”, del loro legame con il rock, testimoniato da “Two kings”, dell’omaggio a Tom Waits e alle sue atmosfere, disegnate in “God’s away on business”, delle delicatezze di “Giugno 1917” e del modo in cui si evoca un sobrio Fred Buscaglione nella conclusiva “All in”. Quasi a voler dichiarare che Kusturica e Goran Bregovic son lì sul piedistallo, ma in pentola bolle dell’altro. E non è detto che la prossima volta ci sarà tutto quel cevapcici.

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La recensione Offbeat di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-08-09 00:00:00

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