Compilation Ghost Town: 13 songs from the lakes county 2002 - Industrial, Elettronica, Drum & Bass

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Interessantissima operazione discografica quella messa in piedi dalla GhostRecords, etichetta guidata da Francesco Birazzi che per la sua prima (e unica?) uscita decide di assemblare 13 tracce, di altrettanti gruppi, che fotografano in maniera abbastanza fedele le atmosfere musicali della ‘contea dei laghi’. Il filo conduttore è inevitabilmente quello della malinconia e della tristezza, quasi a significare lo stato d’animo che molto spesso è fonte d’ispirazione per gran parte delle formazioni presenti.

Si inizia con “It’s so complicate to love you”, traccia subacquea dei Bartók che probabilmente anticipa il percorso evolutivo dell’ensemble; “The pain is easy”, invece, rispecchia in pieno la cifra stilistica dei Midwest, prodigioso quartetto in forza alla Homesleep che con questo pezzo - tra Songs:Ohia e il Will Oldham più country che possiate immaginare - chiude proprio il disco d’esordio appena pubblicato.

Si cambia invece registro con i Blend e la loro “Manequin”, piena zeppa di svariati riferimenti wave che ci costringerebbe a stilare un lunghissimo elenco che vi lasciamo immaginare se già conoscete le gesta della band. In seguito, i Buio Omega incrociano i Massimo Volume con l’ultimo Giancarlo Onorato, realizzando un interessantissimo brano intitolato “Oblio”.

I Cluster sono invece più pop ma altrettanto godibili, mentre gli Enter K non possono sfuggire al paragone con gli ultimi Radiohead, visto e considerato che la loro “Asylum” sembra essere un out-take da una session di “Kid A”. I Mormiga, al contrario, dilatano le atmosfere e incidono uno strumentale che brilla per la sua intrinseca malinconia. Gli Encode non sono certo da meno, perché la loro “Fading here” è sublime nel suo incedere post, al punto da eleggerli fra i migliori del lotto.

Subito dopo tocca ai Plastik, innamorati tanto del dark quanto della new-wave, che nell’occasione sfoderano una traccia come “L’ora delle streghe”, strumentale che flirta con alcune diavolerie elettroniche tanto stranianti quanto affascinanti. Non è da meno Dr. Kabuto, anch’egli alle prese con una personalissima versione della musica elettronica nella sua “Underglass”. I Sirenetta H, invece, fanno il paio con i già citati Cluster nella loro “6° di separazione”, visto e considerato che battono strade pop - anche se con sfumature più notturne - con risultati invidiabili.

Chiudono infine Q e Mr. Henry: i primi assolutamente superbi nel realizzare una traccia come “9”, kraut-electro-pop (?) di ottima fattura; i secondi, invece, si rifugiano in melodie acustiche e soffuse (“Let’em think so”) che ci sembrano ottime come congedo finale.

A rischio di sembrarvi retorico, se il buongiorno si vede dal mattino, qui c’è veramente da tifare per una scena che tutto sembra tranne che provinciale.

Info: http://www.ghostrecords.it - 0332/960984

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La recensione Ghost Town: 13 songs from the lakes county di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-06-21 00:00:00

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