Le Moire 2008 2012 - Rock, Grunge

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Le moire hanno cartucce cariche di proiettili da sfogare contro chi ascolta

Una risata sinistra e poi giù a testa bassa nel frastuono del grunge più classico. Zero fronzoli sin dall'inizio di questo primo album dei pavesi Le Moire che decidono di farci entrare nel loro mondo da "L'uscita", prima traccia cruda e potente dal sapore decisamente anni '90. Il suono chiaramente riferito alla Seattle nirvaniana rimane il filo conduttore di tutti i pezzi, la pasta musicale si plasma di canzone in canzone senza annoiare mai. Furia ed elementi melodici distorti in pezzi come "Eretici e veleno" e "Danza nel vuoto" stabiliscono con decisione le distanze tra strofa e ritornello ed è piacevole asclotare una buona forma-canzone rock.

C'è spazio anche per consistenti progressioni strumentali in cui emergono le capacità tecniche del gruppo, "Ritorno al caos" e "Piacere artificiale" sono lì a dire che il grunge non è ignoranza. La timbrica vocale del cantante, unita ai testi in italiano riesce a dare la tensione giusta nelle varie fasi del disco: spinta verso l'urlo nei momenti noise, ruvida ma leggera al punto giusto in "Vuole che sia per me", unica ballad acustica dell'intero lavoro. Non spiccano particolari degni di nota nelle liriche, un pò forse bistrattate rispetto alla parte musicale, si cade nei cliché rabbiosi e tossici del grunge che saranno pure coerenti con il suono ma non risultano di sicuro originali. L

e moire suonano con la pancia, con le viscere, hanno cartucce cariche di proiettili da sfogare contro chi ascolta, in un futuro però è auspicabile uno smarcamento dal colosso Nirvana, animale mitologico da prendere ad sempio sì, ma non da copiare in carta carbone.

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La recensione 2008 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-02-07 00:00:00

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