Scuola Furano 108 2012 - House

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Il Made in Italy dell'electro che non compra la terra, ma la zappa.

Il Made in Italy dell'electro che non compra la terra, ma la zappa.

Avrei voluto sbrigarmela in velocità su questo disco dicendo semplicemente che: Scuola Furano è bravo e quindi comprate ogni cosa mette in vendita. E invece devo fermarmi un attimo e dirvela tutta (lo so, è pesante anche per me star qui, su questo mondo).

Premesso che la fluo-electro, quella che nello specifico serve a disinsudiciare i corpi di gente che va a ballare ai Magazzini Generali al 90% perché nei club dei fighetti, tipo per esempio il The Club di Milano, non ci vuole andare: un po' per i prezzi, ma soprattutto per il presenzialismo esasperato e i vestiti brilluccicanti, e poi perché usano ancora i vocalist che presentano la serata (kill the vocalist, siempre!). Premesso anche che il digital soul è proprio una corrente di pensiero, non è soltanto un discorso tecnico di scelta e raffinatezza dei suoni, è una vera e propria exit strategy per tutti coloro che provano a estrapolare una qualche goccia di anima da dentro quel freezer che è il computer che produce suoni che non nascono quasi mai dalla meccanica di un vero e proprio strumento musicale. Premesso questo e mille altre cose che do per scontato, questo disco di Scuola Furano, seguito degli ep “Max Power” (Mantra Vibes) e “Tribute” (La Valigetta), potrebbe travolgere chiunque, tipo quegli asciugatori negli Autogrill impostati al massimo della potenza che se ci metti la testa sotto ti decapitano. O quantomeno ti stordiscono.

In generale però la gente deve sapere che con la house culture, quella tipo electro, cioè un po' dubby e un po' rap nelle intenzioni, un po' Chicago e un po' Parigi, non vai molto lontano, sei nel mezzo. E poi c'è da dire che con Scuola Furano l'espressione “niente di nuovo” è un gran complimento perché sembra essere talmente affascinato dal passato, non solo a livello di sampling ma proprio di immaginario, che ogni pezzo potrebbe essere un tributo alle generazioni precedenti. Quelle che se non hanno fatto i soldi in qualche modo ora sono lì a tamburellarsi le dita sulla pancia pensando che “questa musica è merda anacronistica” oppure stanno leggendo qualche articolo tradotto da Vice per scoprire oggi e solo oggi come si fa a leccare una donna nelle parti intime mentre mangi un kebab, senza ingoiare peli.

11 tracce, alcune anche con dei feat: da Fiorious a Xander Ferreira, Jolie Cherie e Kelly. Dai 90 ai Kraftwerk, dai Basement Jaxx a Nathan Fake, da Shannon a Simian Mobile Disco. E tanta altra roba, Run DMC compresi. Se sei un qualche tipo di dj allora qualcosa di questo disco ti piacerà sicuramente, per cui muovi quelle dita vai su Beatport e spendi due soldi, invece di pensare soltanto alle sneakers nuove. Altrimenti se tu alle serate chiedi una qualche forma di budget allora a Scuola Furano quanti miliardi dovremmo dargli?

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La recensione 108 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-07-04 00:00:00

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