Tweed The Greatest Hits 2012 - Indie, Britpop, Pop rock

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Indie-pop radiofonico e scopiazzato, ma con spunti interessanti per il versante in lingua italiana.

Non ho potuto fare a meno d'immaginarmi il momento in cui a un componente dei Tweed è venuto in mente d'intitolare l'EP d'esordio "Greatest Hits": "Vai, vai, ci sta. E' un titolo che funziona sempre." E su questo non ci sono dubbi.

Tre pezzi: due inglese, uno in italiano. E due identità ben distinte. Voce nitida e sovraccarica di effetti, chitarre dal timbro acido, ritmica sostenuta.
"Sex, Blood and Money" è un concentrato di spensieratezza con tanto di coretti. Quel genere di pezzo su cui ti ritrovi a improvvisare balletti alla "Joseph Gordon Levitt innamorato per le strade di Los Angeles in 500 Giorni Insieme". D'indole più placida, "L'inevitabile" suona un po' come una "Chasing Cars" cantata da Tom Higgenson. Un substrato di disillusione su cui lasciar scivolare ricordi e titoli di coda. Indie-pop radiofonico, in bilico tra lo scanzonato e lo struggente. E intriso d'influenze e lampanti richiami alla scena internazionale. Melodie già sentite, pochi spunti originali, pezzi orecchiabili e funzionali ma niente di più.

E' a questo punto, però, che i Tweed ci sorprendono. E con l'unico pezzo in italiano del disco svestono i panni della "solita band da teen movie americano" per diventare d'un tratto maturi. Il sound non cambia di molto, ma si tinge di un incedere trascinante su cui si dipana una voce finalmente liberata - ritornello a parte - dall'esuberante coltre di riverberi e modulazioni. Si mostra nuda nella sua inaspettata incisività, intenta a (de)cantare liriche sofisticate e ricolme di riferimenti e scelte lessicali per nulla banali. Con un risultato decisamente interessante, che pone la band di fronte a un bivio decisivo: imboccare una strada trafficata e già ripetutamente esplorata a livello mondiale, o scegliere di proseguire sul tracciato italiofono, in cui s'intravedono ottime possibilità di crescita, e in cui l'unico rischio che potrebbero correre è quello di comporre davvero delle greatest hits, e non avere più un titolo adatto per l'occasione.
 

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La recensione The Greatest Hits di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-02-06 00:00:00

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