DAS Weniger, aber besser 2012 - Rock, Acustico

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Insieme ai News For Lulu la cosa più bella 'made in Italy' ad oggi nel genere americana. Speriamo stavolta durino nel tempo.

Non ho mai frequentato personalmene Ronnie Amighetti, ma da quando ebbi modo di conoscerlo - grazie ai grandissimi Bogartz che purtroppo durarono giusto il tempo di un album - siamo sempre rimasti in contatto e ogni qual volta pubblica qualcosa di suo, ho spesso il piacere di ascoltarlo e scriverne per primo.

Ho usato il termine "piacere" non a caso, perché non corro mai il rischio di annoiarmi. Successe la stessa cosa anche con The Union Freego, altra "meteora" luccicante che quantomeno mise a segno 2 titoli (l'esordio sulla media e il successivo sulla lunga distanza), prima di far perdere le proprie tracce. Oggi però ritorna sotto altre spoglie, scegliendo nuovi compagni di viaggio: Fidel Fogaroli, talentuoso tastierista già lodato da queste parti per il suo contribuito ai Jailsound e ai Verdena, e Beppe Facchetti alla batteria. Il risultato è inaspettatamente bello, e acquista ancora più valore se considerate che, come specificato nei credits, "no rehearsal whatsover happened before the recording session. Most of the songs are first or second takes with minimal overdubs (if any) here and there". In sostanza tutto, o quasi, in queste 10 tracce è frutto dell'ispirazione del momento, secondo l'insegnamento latino del "carpe diem".

L'atmosfera complessiva rispecchia fedelmente questo approccio, essendo privilegiati i suoni acustici (negli anni '90 avremmo detto unplugged) e le ritmiche slow. Si inizia da "The wall"... e sì, c'è subito - e ci sarà per tutta la durata dell'opera - l'ombra enorme di Jeff Tweedy se proprio volessimo fare i pignoli, soprattutto a livello vocale e di interpretazione canora. Ma la sostanza non cambia, anzi: brano dopo brano è un crescendo da antologia, fino ad arrivare alla conclusiva "May", una scarnissima ballata voce, chitarra e cori da pelle d'oca. Prima però ci sono "Surrender" (un pezzo che gli ultimi Calexico non credo disdegnerebbero in repertorio), "Me left home" (questa sì tweedyana fino al midollo), "Lungs" (con echi, guarda caso, di Son Volt) e la mid-tempo "A million miles" (che me la immagino perfetta con un featuring di Michael Stipe).

Al di là del singolo episodio, "Weniger, aber besser" (titolo geniale che corrisponde più o meno alla formula del "less is more") è un altro dei pochi esempi di musica come cibo per l'anima senza per forza suonare nuova - e non provate a cercare il singolone qui dentro, vi prego. Perchè la sua forza sta proprio nella semplicità e nell'attitudine "in punta di piedi", qualità rare con le quali non certo tutti possono permettersi di giocare.

Insieme ai News For Lulu la cosa più bella 'made in Italy' ad oggi nel genere americana. Speriamo stavolta durino nel tempo.

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La recensione Weniger, aber besser di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-11-10 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • utente62454 12 anni fa Rispondi

    Nota: Disco in download digitale gratuito (tracce + grafiche) su BandCamp. Vielen Dank!