I Nye suonano bene, hanno carattere e grinta, devono solo ampliare gli ascolti ed elaborare uno stile più originale,
Di questi tempi è cosa rara imbattersi in un gruppo rock che bypassa gli anni 80 per attingere a piene mani dal brit rock venato di psichedelia del decennio successivo. I Nye sono un quintetto originario di Barletta, suonano insieme dall'estate del 2011 e "Black hat and ghosts" è il loro secondo EP.
Una interessante introduzione di synth, marziale ed aggressiva, in pieno stile Killers, ci porta svelti alla title track, un pezzo, perdonatemi il paradosso, di "classico rock alternativo": arpeggi e ritmo devono molto ai Radiohead di "The Bends", filtrati attraverso ascolti di prog anni 70. Tastiera invadente, cantato non troppo personale, ma intonato e adatto alla proposta, e non è poco. Il secondo pezzo, "Out of range", inizia bene, con uno slide di chitarra che potrebbe preludere ad atmosfere indolenti e pigre in stile Pavement, ma evidentemente non è il loro percorso, perché la canzone si sviluppa come la precedente, con l'aggiunta di una pericolosa deriva grunge nel ritornello. "Escape" la terza ed ultima canzone, è in assoluto la mia preferita. Il songwriting è diverso, più scanzonato, la voce si avvicina a quella di Brian Molko dei Placebo, il ritmo è sostenuto, fa battere il piede e muovere la testa, fino al repentino cambio, un tuffo nell'oceano dei Pink Floyd spaziali e dilatati.
I Nye suonano bene, hanno carattere e grinta, devono solo ampliare gli ascolti ed elaborare uno stile più originale, altrimenti rischiano di non venire mai a galla, e sarebbe un peccato, perché il talento c'è. Un'ultima cosa: la grafica, sembra marginale è palese la sua importanza nel 2012 e va curata di più.
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La recensione Black hat and ghosts di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-10-01 00:00:00
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