MOROD 20 2012 - Noise, Grunge, Dark

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Pochi spunti interessanti, il resto è grunge soporifero

Una perenne voce graffiante su un sound non troppo originale. Così si potrebbe condensare in una decina di parole “20”. Testi in italiano ed inglese che non brillano per luminosa novità ma che si propongono alla stregua di un album di ricordi, più destinato ai membri stessi della band che ad un pubblico di sconosciuti. Neanche la sezione ritmica riesce a regalare qualche spunto interessante, si limita a tempi in quattro quarti, identici tra loro. Un moto perpetuo che, se può andar bene per un paio di brani, di sicuro non riesce a convincere nella totalità. Un basso quasi a tappeto che rasenta la banalità, rischia di chiudere il tutto negativamente se fosse per la bella voce: grigia e sabbiosa, davvero l'unica nota positiva del lavoro. Per il resto sono riff rubati da "Bleach" dei Nirvana (vedi “Sickness”) o dai Vaselines ("20"). Insomma, la mazzata iniziale di “My heart” prometteva fin troppo bene, sembrava preparare la mente ed il cuore a qualcosa di più energico, poi è stata smentita dalla mezzora rimanente. Una tisana di valeriana mascherata da caffè pesante.

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La recensione 20 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-01-29 00:00:00

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