Miele compie un bel passo in avanti, dopo il disco d'esordio pubblicato due anni fa. "Flux" appare variegato e più originale: ci sono tanti ospiti anche in questo lavoro, ma è Miele, da buon dj manipolatore, a tessere le fila del disegno. C'è soprattutto l'attitudine musicale di Miele in questo disco, la capacità di pescare suoni e ritmi diversi e mescolarli: samba e techno, breakbeat e andamenti più rallentati. Nel complesso l'album è piacevole ed intrigante, ha il difetto di essere inutilmente lungo. In quasi tutto il disco è presente Ilaria Graziano con la sua voce particolarmente adatta alle sonorità elettro-pop sul modello Delta V, 99Posse. Volendo vivisezionare il disco, si potrebbe dire che il singolo "Flux" è il classico brano che ti entra subito nella testa e non te lo togli più, tanto è suadente la melodia di fondo.
"Shamen" è invece 'psichedelia moderna', oserei dire: passate 5 minuti di trance avvolti in atmosfere cupe e stranianti. "Musicanarkica", in cui canta Caparezza, lascia molto perplessi: é una sorta di tarantella elettronica contro la musica preconfezionata che mi fa esclamare: buona l'idea, meno l'esecuzione.
"Cattive intenzioni" ha il mood del trip-hop di Portishead e Massive Attack: nulla di nuovo, insomma. "Riflettori nella mente" cerca la sintesi giusta tra rap ed elettronica. "Kewok" rimanda a terre lontane e suggestive.
Miele, quindi, avanza deciso per il suo percorso artistico: registriamo l'evoluzione stilistica ed il sincero tentativo di sperimentare, anche se questo lavoro ha pochi picchi eccelsi. Nell'ambito del suo genere, "Flux" non mette e non toglie, naviga tra impegno sociale e sonorità accattivanti, a volte fa troppo e fa il verso al primo trip-hop. Miele non vuole essere etichettato: esigenza legittima da rispettare, e infatti al momento la sua musica manca di una identità forte, che lo caratterizzi, che lo faccia luccicare più degli altri.
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La recensione Flux di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-08-11 00:00:00
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