HAL Expo 2015 2012 - Pop, Elettronica, Ambient

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Elettronica retro-futurista quella di HAL. La sua è un’autoproduzione che affonda sintetiche radici negli ultimi 40 anni di elettronica strumentale, Kraut-Rock in primis.

Il titolo potrebbe far sorridere, già soltanto per il tourbillon di personaggi grotteschi che quella sigla si trascina dietro, Formigoni in primis. Per fortuna, però, l’opera seconda di HAL non è stata commissionata dal folkloristico (e ormai ex) Presidente della Regione Lombardia e tanto basta per renderle onore a priori. Il nuovo progetto di HAL – il quale prende il nome dall’anarchico computer di bordo dell’astronave di “2001: Odissea nello spazio” – non solo si propone come didascalica colonna sonora di quella post-moderna spettacolarizzazione del progresso che stravolgerà per sempre il volto del capoluogo lombardo, ma a tale scopo utilizza, paradossalmente, quelle arrugginite architetture elettroniche dei tempi andati, che chiunque, al suo posto, avrebbe demolito per collaudare pioneristiche sperimentazioni di genere.

La passeggiata siderale di HAL, invece, ostenta volutamente i segni del tempo e ne fa tesoro, percorrendo galassie già solcate in passato da intrepidi audionauti e cavalcando vaporose comete già addomesticate anni addietro dai grandi padri dell’elettronica contemporanea. E così il giovane musicista lombardo si prende la libertà di accantonare il presente, giusto il tempo di 20 tracce, per affondare i suoi tentacoli artificiali dentro gli ultimi 40 anni di elettronica strumentale, in uno slancio di nostalgico retro-futurismo.

I suoni datati di HAL attraversano il cosmo da un capolinea all’altro toccando le seguenti stazioni spaziali: il J.M. Jarre di “Death Of Mozart”, la Laurie Anderson di “Energy 3000”, i primordiali Simple Minds di “Essential”, i Daft Punk di “Unix Love”, l’Herbie Hancock di “Death Of Barbie” e, soprattutto, il kraut-rock più lunare di Tangerine Dream e Kraftwerk che, come nel caso di “Perpetual Motion Machine”, assurge addirittura a funzionale sfondo sonoro per le sacrosante argomentazioni di un Pasolini d’annata, intervistato da Enzo Biagi. Un’autoproduzione coltissima, che ci svela con gli occhi del passato un futuro già sorpassato da tempo: un po’ come ritrovare un Elka Synthex o un Emulator dentro una tomba etrusca.

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La recensione Expo 2015 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-11-28 00:00:00

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