Cuori In Barrique Il gatto vegetariano 2012 - Cantautoriale, Jazz, Folk

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Terzo album per i piemontesi Cuori in Barrique. Il jazz come stazione di partenza, poi dove si arriva si arriva. Con Bunna ad attendere al varco.

Chi sta da questa parte (quella di chi scrive) è astemio, chi sta dall’altra (quella di chi suona) no. Cominciamo bene… E poi diciamo la verità: un recensore che al massimo si sballa col chinotto non dovrebbe occuparsi di un gruppo dalla cui ragione sociale sgorga alcool da ogni dove: qualcuno sa se i Gazosa hanno sfornato il disco nuovo così la finiamo una volta per tutte? Ma in fondo basterebbe solo qualche piccolo sforzo, dimenticare il vino e i suoi derivati per ammettere che i Cuori in Barrique sono stati capaci di tirare fuori un lavoro apprezzabile, colorato dai suoni più disparati, che spaziano dove vogliono loro. “Il gatto vegetariano” è jazz ma anche folk, ha posato le zampe dalle parti dell’Avana, incrociato un tango nel Rio de La Plata, raccomandato l’anima a Fred Buscaglione, scambiato consigli con Sergio Cammariere. Un'infornata dalla quale esce fuori un melting pot piacevole, che non dimentica la fondamentale lezione della melodia e rende leggero l’ascolto, tanto che l’opener “Per tornare” o “Trascurato” possiedono le stimmate per trasformarsi in potenziali hit in grado di scalare le classifiche, a patto che ne esistano ancora da qualche parte. Musica e canzoni per chi non disdegna mettere sullo stesso piano alto e basso, leggiadrie e asperità, dieci tappe dal buon impatto in grado di regalare sorrisi, da ascoltare con un calice di rosso tra le mani. Se possibile in uno dei set che i ragazzi stanno organizzando per presentare il disco, in serate di musica e degustazioni di vini e non solo (difficile che il chinotto sia compreso nel prezzo…): se non è coerenza questa!

Divertente e ben suonato, “Il gatto vegetariano” è la fotografia di un manipolo di ragazzi che si innamorano di tutto, persino del reggae, e il sospetto che i ritmi in levare non siano proprio nelle loro corde potrebbe ergersi a tema di un dibattito. Ma se in “Santo Bevitore” compare la voce di Bunna una ragione ci sarà.

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La recensione Il gatto vegetariano di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-02-08 00:00:00

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