vaargin Vaargin 2012 - Punk, Noise, Dark

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Un sound scomposto, molesto a volte lancinante, un discreto casino sonoro, di quelli belli. Sì, stiamo parlando dell'attuale cosmo post-hardcore noise

Vaargin spacca. Nel senso che ci va giù bello pesante, deciso. Una batteria pneumatica, una chitarra affilata e un basso erosivo, questi sono gli elementi che all'interno delle cinque tracce prendono la rincorsa per radere al suolo ciò che incontrano, si infervorano e poi collassano, per poi riprendere la feroce spinta.

Un sound scomposto, molesto a volte lancinante, un discreto casino sonoro, di quelli belli. Sì, stiamo parlando dell'attuale cosmo post-hardcore noise, quello che guarda fiero la scuola anni 80' 90'. Partono dalla scelleratezza disperata dei Drive like Jeuh, At the drive in e arrivano a toccare il malessere viscerale degli Indigesti, Negazione per sfumare in alcuni momenti verso scenari post-punk più distesi e scuri. Sulla carta è un progetto interessante, nell'atto pratico - pur essendo un buon lavoro, intendiamoci - alcuni difetti sussistono. I Vaargin vivono di momenti altalenanti, in alcuni episodi manca una grammatica più istintiva e roboante, sopratutto nel cantato che, in più frangenti rimane troppo impostato, incapace di sprigionare una rabbia travolgente che il muro di suono richiede, si percepisce un' “aggressività” un po' fredda, controllata. E si sente la mancanza di un pizzico in più di fantasia. Ciò non toglie che i Vaargin meritano di essere conosciuti, perché come esordio non è affatto male, anzi.

Se questi tre ragazzi bolognesi impareranno a lasciarsi andare liberandosi dalle catene della vecchia scuola hardcore, con il loro prossimo lavoro potrebbero anche farci sanguinare le orecchie. Bellezza.

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La recensione Vaargin di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-06-12 00:00:00

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