E’ una bizzarra forma di “Sindrome di Stendhal” quella che ammorba i Vedova Virgo. Una strana specie di vertiginosa contemplazione della nera bellezza, una sorta di nirvanica incapacità d’intendere e volere indotta dal torbido e fascinoso immaginario del gothic-rock, dal quale la band fiorentina si lascia travolgere dolcemente. Completamente ammaliati dalle coordinate di genere e dagli epocali trascorsi new wave della propria città natale Patrick Morrigan & Soci si affidano all’asse italo/americano (primissimi) Litfiba/Christian Death per intraprendere il loro sepolcrale tour revivalistico che tocca, senza soluzione di continuità, tutti gli archetipi del caso: veramente da manuale la lugubre teatralità d’insieme, la rituale contrapposizione amore/morte che insanguina le liriche, il tradizionale strumentario lessicale di riferimento (silenzio, cenere, morte, notte, fuoco, lacrime ecc.), le chitarre spettrali e la ritmica ossessiva dal tiro impressionante, l’impostazione canora da dannato johnnydeppiano, fino all’artwork macabromantico della copertina e al patinato narcisismo di gruppo.
Tutto come da copione, insomma, ma con l’aggiunta di un’indiscutibile perizia tecnica, una maniacale cura dei suoni e un impeccabile gioco di squadra che, da un lato, compensano un derivativismo a tratti imbarazzante (ascoltatevi nella playlist a latere “Crisalide”, “Nuova Luce”, “Megera” e poi giochiamo insieme ad “Indovina chi?”) e, dall’altro, disvelano alle nuove generazioni sonorità decadenti consunte dal tempo ma rese ancora affascinanti da una provvidenziale contemporaneizzazione, a dimostrazione del fatto che in “Meccanica della morte” oltre ai candelabri, alle ragnatele, ai merletti neri, al mascara sugli occhi e all’istintivo citazionismo c’è anche spazio per del buon rock cantato in italiano.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.