il manicomio di arkham il manicomio di arkham 2012 - Rock, Indie, Alternativo

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Cosa resterà di quegli anni novanta? Riletture

Se dagli anni ottanta non si esce vivi, non è che dai novanta si esca senza portarne ancora addosso i segni, pure quando si cerca di destrutturare e rileggere l'esperienza. Per quanto la costruzione dei brani di questo ep possa avere delle sfumature che pescano in ambito post-rock, forte è il richiamo ad un certo immaginario indipendente italiano anni novanta, portando anche a paralleli a volte più accennati (come nel caso della strumentale "seven minutes later"), a volte pesantemente palesi ("golia"), con La Trilogia italiana anni novanta di un certo modo di fare rock: Massimo Volume, C.S.I e Santo Niente.

Ma se questa è la visione d’insieme del puzzle sonoro, i vari pezzetti che lo compongono vanno un po' oltre, pescando in mare aperto nell'immaginario sonoro di quegli anni, con schizzi di fraseggi chitarristici stoner e grunge e nervosi giri di basso, entrambi figli di un certo alternative novantino americano (per spingersi fino alle sponde di Sonic Youth e Shellac, per far dei nomi) ed un drumming solido ed ispirato. Le liriche pescano nell'intimità, pur rimanendo molto eteree e quasi marginali, sospese tra lo spennellare tracce di nero inquieto e sfiorare l'immaginario emzionale dell'ascoltatore.

Il progetto, sopratutto come prima prova di durata ridotta, si dimostra a mio avviso interessante, anche se alcuni punti che potrebbero esser sviluppati meglio per valorizzare il lavoro finora svolto. Band con sonorità simili infatti ce ne sono da almeno quindici anni, la difficoltà è stata spesso nel lasciare un segno forte. Se vogliamo considerare la parte strumentale come assodata, data la solidità delle soluzioni trovate, attraverso la voce si potrebbe, o forse dovrebbe, sulla lunga distanza, trovare qualcosa che renda più distintiva la proposta della band. Di vie ce ne sono molte, dalle tematiche, al modo di cantare, al registro interpretativo, per fare degli esempi su cui altri hanno cercato di muoversi. Ma, a mio avviso, un percorso del genere già si scorge nei tre diversi modi di impostare il cantato, uno per ogni brano in cui sia presente la voce.

E che il Joker ed il Pinguino siano con voi!

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La recensione il manicomio di arkham di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-04-02 00:00:00

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