3quietmen the quiet revolution 2012 - Strumentale, Alternativo

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Tre uomini, tutt'altro che silenziosi, che sfoggiano un virtuosismo indiscusso, da veri fanatici della tecnica. Il risultato è un suono ricco e bellissimo.

Avete presente quei gruppi dei quali iniziate a cercare date live già dopo il primo ascolto, pregando che non siano così di nicchia da suonare solo nel pub dietro casa loro, a 1000 km dalla vostra città?

Ecco, i 3quietmen sono quel tipo di gruppo lì. Tre uomini tutt'altro che silenziosi che sfoggiano un virtuosismo indiscusso, da veri fanatici della tecnica. Il trio torinese non è certo sgusciato dall'uovo l'altroieri e lo dimostra con un album fastasmagorico: funamoboli del crossover, i ragazzi scandiscono il tempo dell'ascolto con undici variazioni sul tema, switchando magistralmente tra stoner, blues, poliziottesco (un po' alla maniera dei Calibro 35), new-wave, noise e perfino dream pop in una perfetta sintesi strumentale di originalità e maestria chirurgica, che non faticherei a definire un ottimo esercizio di stile... involontario.

Impegnativa la durata: con un album strumentale talmente variegato (undici tracce!) si rischia di perdere il filo a intervalli regolari, per poi ritrovarlo in maniera spontanea e piacevole, ma con altrettanta intermittenza. Ultimamente sembra quasi che ci sia una tendenza a "fare le cose a occhio", nella musica: un etto di questo, due di quello e il disco è fatto. In tutta l'approssimazione che contraddistingue le produzioni musicali contemporanee, ho apprezzato molto che ci fosse ancora qualcuno così innamorato di quello che fa da curare fino all'ultimo dettaglio.

Il risultato è un suono ricco e bellissimo, di qualità svariate spanne superiore alla media. Bravissimi.

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La recensione the quiet revolution di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-05-28 00:00:00

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