Bonnot - Tracanna - Cecchetto DROPS 2013 - Strumentale, Jazz

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Un bell'incrocio tra elettronica e strumenti suonati ma non del tutto convincente

Quando si dice che il risultato è minore della somma delle parti. E lo si dice a malincuore, perché qui i personaggi in gioco sono mica da ridere. Da una parte uno dei più talentuosi producer in ambito hip hop che la nostra Penisola abbia sfornato negli ultimi tempi, Bonnot. Dall'altra due jazzisti dal pedegree ampiamente comprovato (di Tracanna cercate il disco dedicato a Gesualdo da Venosa di cui ricorrono nel 2013 i quattrocento anni dalla morte). In mezzo, l'improvvisazione musicale, così usuale nel jazz ma sicuramente meno tipica nel beatmaking. Ne viene fuori un disco potenzialmente ottimo, se fossimo però alla fine degli anni '90. Per carità, non è che un disco per essere bello debba per forza agganciarsi all'hic et nunc. Anzi, spesso è vero il contrario. Però neanche suonare datato ancor prima di cominciare funziona.

In "Drops" non mancano gli episodi solidi e riusciti: su tutti "House of mirrors" e "Developments", quest'ultimo un bell'incrocio fra elettronica e strumenti suonati (ottima la chitarra di Roberto Cecchetto) che ricorda vagamente le cose di Nitin Sawhney. Altrove però il riferimento alla drum'n'bass che guarda agli esperimenti di Herbie Hancock con il genere ("Future 2 future") non regge musicalmente, anche quando vira su suoni dubstep ("Drops") o aggressività quasi da hoover sound ("Sky of Tibet") che risultano un po' appiccicate lì.
Grande rispetto per il loro mettersi in gioco, ma la sensazione è che non si tratti di un disco sul quale si ritornerà in futuro.

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La recensione DROPS di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-11-11 00:00:00

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