Barranco Ruvidi, vivi e macellati 2013 - Cantautoriale, Folk, Acustico

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Il principale merito dei Mumford & Sons è stato quello di riportare al centro della scena il folk acustico. Dove si abbeverano i Barranco. Che però sembrano avere altri padri.

Che siano benedetti i Mumford & Sons. Per un tot di valide ragioni. Alcune trascurabili, tipo aver riportato al centro dell’attenzione la scena folk britannica, altre decisamente meno frivole, come la nuova vita offerta ai Barranco. Che prima di staccare la spina giravano il mondo con un’altra ragione sociale (Ave Rage) e si contorcevano allegramente tra spinte elettriche e pulsioni rumorose anzichenò.

Da figliocci del rock and roll ad adoratori di chitarre acustiche, mandolini e ukulele: se il passo sia stato breve oppure lungo e meditato non è dato sapere, d’altra parte non sappiamo nemmeno se la band padovana sia stata davvero fulminata sulla via di Babel da Marcus Mumford e compagni. E se i Barranco debbono almeno qualcosa alla band inglese, è probabile che sul loro percorso di incontri ce ne siano stati altri, e forse più decisivi. Se è vero che su “Ruvidi, vivi e macellati” incombono la gentilezza degli arpeggi di John Renbourn, le tavolozze stravolte di Roy Harper, l’oltranzismo dei dimenticati Planxty. Da parte loro, i Barranco portano in dote un’attitudine quasi prog (la voce di Alessandro Magro ricorda quella di Francesco Di Giacomo, e cosa dire del testo della gotica “Le porte di Orlova”?), ma tutto il resto affonda inevitabilmente nel folk acustico. Impossibile non riconoscerlo di fronte a ballate piene di fascino come l’opener “Io parlo al vento”, alle pretese pop di “Camere oscure”, alle oscurità di piccole gemme tristi come l’epica “Un inverno” o “Il cielo non si apre”. Tutto molto bello, grazie a suoni rotondi e per nulla minimalisti, anche se un po’ di vivacità in più non avrebbe sfigurato. Per il momento conviene mettere da parte le cose buone che questo disco riesce a evocare e sperare che qualche etichetta si accorga della musica di questi ragazzi.

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La recensione Ruvidi, vivi e macellati di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-05-13 00:00:00

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