“(autoritratto)” dei Grigiolimpido, il disco che ci accingiamo a descrivervi, è il tipico album di una band emergente che fa rock italiano. Dediti infatti a canzoni in quattro quarti, impostate sul fraseggio fra chitarra ritmica e solista con il supporto di una sezione ritmica non poi così ritmica, i Grigiolimpido amano infatti le atmosfere rock a braccetto con quelle più roots.
Gli Estra come faro nella notte, i Led Zeppelin come sole illuminante e i Pearl Jam come fratello maggiore. Il quadro è fatto, e purtroppo anche finito. Il già sentito è infatti un sensazione palpabile dopo l’ascolto di questo dischetto, uno spettro troppo difficile da scacciare non tanto nella maniera di cantare, tanto personale quanto basta, ma soprattutto nella scelta delle strutture e dei suoni delle canzoni, assolutamente stantii.
Al di là, poi, delle pure scelte tecniche e sonore, sono le melodie a volte a non girare come dovrebbero: piace il blues funny di “Luce” ma gli altri pezzi convincono poco, sempre in bilico fra qualche buona trovata (gli armonici di “Elise”) e mid-tempo lessi.
Serve più convinzione, più cura agli arrangiamenti e più attenzione alla produzione. Sappiamo tutti che le band emergenti sono comunque giovani e devono quindi crescere, probabilmente con un budget basso a disposizione, ma per incidere della buona musica è necessario avere talento e orecchio, due caratteristiche che, cari Grigiolimpido, dovete per forza avere. Sta a voi capire se siano innate o no, e - nel caso non lo fossero - cercate di ficcarvele in testa senza paranoia alcuna.
---
La recensione Autoritratto di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-12-17 00:00:00
COMMENTI