Più che un disco una commovente dichiarazione d’amore verso la scena darkwave dei primi anni '80, Bauhaus e Cure in primis.
Se Cristo si era fermato ad Eboli, Robert Smith e Peter Murphy hanno visto bene di fare un salto in Puglia. L’anima sofferente e angosciata del primo, insieme all’indole visionaria e cabarettistica del secondo, pervade ogni singolo interstizio lirico e interpretativo di questo nuovo progetto dei tarantini Fracture che, dar par loro, pensano bene di completare l’opera di nostalgica sottomissione ai due sacerdoti più venerati della scena dark anglosassone affidando il companatico musicale di riferimento alle cure amorevoli delle loro rispettive creature, Cure e Bauhaus. Ogni cosa al suo posto, proprio come da copione per un progetto derivativo come questo: bassi lugubri e ossessivi, sinistre rasoiate su 6 corde, ritmiche serrate e una full-immersion nell’oscurità più immaginifica. E, come se non bastasse, c’è anche spazio per una cover degli stessi Bauhaus (“The three shadows part II” del 1982), con relativa imitazione di Peter Murphy a prezzi di saldo, che ufficializza a chiare lettere le intenzioni “celebrative” del duo pugliese. Nulla più di una seducente cupezza vecchia di trent’anni rispolverata nell’intimità di una registrazione casalinga; nulla più di una commovente dichiarazione d’amore verso le nere vestigia di una scena (non solo) musicale che continua ad esercitare il suo fascino sulle nuove generazioni anche a distanza di decenni.
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La recensione Fragments vol.1 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-05-21 00:00:00
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