Kleingott Ballads from nowhere 2013 - Cantautoriale, Folk, Dark

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Primo tentativo in lingua inglese per Kleingott che si lascia cupamente ipnotizzare dagli storici maestri del neofolk europeo (dai Sol Invictus ai Current 93).

Il titolo vagamente nickcaveano introduce il primo (micro)progetto autoprodotto in lingua inglese di Kleingott, dopo le pregresse esperienze in lingua natia (sulla scia di Argine e Spiritual Front). Il “piccolo Dio” anticipa il suo nuovo imminente album con un assaggio di tre brani perfettamente in linea con le produzioni, vecchie e nuove, del neofolk europeo più tradizionale, per l’occasione ben riadattato al proprio liturgico cantautorato, pregno di desertificazione emotiva e spettrale romanticismo. Purtroppo o per fortuna sull’immaginario del musicista lucano pesano come macigni le personalità ingombranti di Sol Invictus, Current 93, Death In June e Rome tanto da pilotarne i movimenti (l’epica funerea e acustico-minimalista del quadro sonoro in primis) come in una sorta d’ipnotizzazione compositiva: “Where time goes”, “Lorelei” e “Years of drought” vergano efficacemente con inchiostro corvino decadenti divagazioni poetiche ma nulla possono di fronte all’oscura forza pervasiva dei succitati maestri o dello stesso Nick Cave. Tutto sommato un dignitosissimo punto di partenza ammesso che l’intento sia stato quello di prendere le misure per poi affrancarsi sulla lunga distanza.

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La recensione Ballads from nowhere di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-06-04 00:00:00

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