Beo Il Mio Orizzonte 2013 - Rock

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Voglia di strafare, come quando, negli anni settanta, per suonare si doveva “saper suonare”

Beo (ma che nome è?) si presenta anche come compositore di colonne sonore. La cosa si sente in “Epica chimica”, strumentale al gusto di spy-story anni settanta, e nell'apertura sussurrata e psichedelica di “L'uomo distante” (che sarebbe stata più interessante se si fosse aperta e chiusa così). Nel resto dell'album il gusto cinematografico si esplicita soprattutto nei testi, fatti di profili di personaggi e situazioni molto visibili, a volte ben riprese (“Fradici momenti”), altre sinceramente inquadrate in modo dozzinale (“Istantanee”), mentre musicalmente è soprattutto l'amore dichiarato per il rock anni settanta a spadroneggiare, fra assoli e urla zeppeliniane (anzi, che vorrebbero essere zeppeliniane, ma non è che ce la fanno tanto), slappate funk, blues bianco, del jazz nascosto qua e là a dare quel tocco fusion, ma anche un paio di sforamenti negli ottanta della wave italiana (“Fino a sera”, “Il mio orizzonte”).

L'impressione generale è che voglia farsi dire bravo, ma il desiderio di apparire virtuoso si concretizza in un disco che sembra indeciso sulla direzione da prendere, che per non sbagliare va un po' dappertutto e si perde il centro, l'anima e l'urgenza.

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La recensione Il Mio Orizzonte di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-10-09 00:00:00

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