Una band che dovrebbe far ridere e invece niente.
No no no. L'update del nome col "Funk" e il doppio senso (Funk Off per intendersi) dev'essere proprio questo, Gangband. Sgombriamo subito il campo da pensieri impuri, purtroppo non c'è nessuna Olga in carne ed ossa, quel nome appartiene al feticcio live della band, una bambola gonfiabile e son subito risate. Ma siamo sicuri che faccia ridere?
Questi pezzi mi allontanano dalla serenità e dalla gioia, perchè se anche Elio non è più il giaguaro di una volta, figuriamoci gli epigoni che somigliano a Jovanotti quando suonava con Demo Morselli oppure alla brutta copia dei Gem Boy. Ma soprattutto, se scrivi "Tale sperimentazione nasce dall’attento e approfondito ascolto dei vari generi musicali, alla ricerca delle peculiarità, poi reinterpretate, manipolate e, a volte, fuse. Tutto ciò si traduce in una miscela di stili e tempi musicali diversi. I suoni di batteria, basso, chitarra, tastiere e sax sono impreziositi da strumenti musicali particolari, come ukulele, guitalele, wind instruments (controller MIDI a fiato), che contribuiscono a creare suoni più sofisticati. Particolare attenzione è riservata anche all’effettistica per la voce ed ai computer, utilizzati per composizione e riproduzione delle basi." poi devi assicurarti che all'interno dei tuoi brani non vi sia il fantasma di Paolo Belli o dei cabarettisti di Colorado, altrimenti c'è il forte rischio che ti sia scritto addosso, per mascherare una lacuna evidente: il songwriting mai evoluto, che rimanda ai gruppi studenteschi goliardici. C'è la canzone rap contro la tv, quella sui film horror che fanno paura e quella che scimmiotta le canzoni tristi di quelli veri. Una sfilza di luoghi comuni nei quali non si ride mai. Non ci siamo proprio.
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La recensione Auto-prodotto (promo) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-12-04 00:00:00
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