(B)ananartista il tronista 2013 - Cantautoriale

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Dalla Svizzera italiana un polivalente artista (?) musicalmente più vicino all'Epifanio di Antonio Albanese che non agli insegnamenti di Bugo o degli Skiantos.

Bene, se quello di (b)ananartista voleva essere soltanto mero cazzeggio su policarbonato da sdoganare ad amici e parenti avvinazzati per rallegrare una serata in simpatia siamo tutti d'accordo; se invece le ambizioni dell'artista ticinese volevano nascondere ben più serie rivendicazioni artistiche allora saremmo, ahimè, letteralmente fuori strada. Già, perché alla fine la macelleria musicale de "Il Tronista" finisce per allestire - mi si perdoni il contorto gioco di parole - la "sagra del non-sense privo di senso" visto che anche il non-sense come tale, da che mondo è mondo, un senso recondito ce l'ha sempre avuto (gli inarrivabili Monty Python ne sanno qualcosa).

E così, a partire dall’inguardabile copertina (per quanto voluta sia!), il Nostro dispensa senza soluzione di continuità quindici tracce sconclusionate che, per quanto dotate di un minimo appeal orchestrale, si lasciano dimenticare in tempo reale per discutibili capacità vocali, truffaldino estro comico e disorganico guazzabuglio di generi. All'interno di questo sonico baraccone fatto di elettropop, easy-folk, rock e (pseudo)cantautorato troverete veramente di tutto a prezzi di saldo, soprattutto le cianfrusaglie sonore di quei tanti cani sciolti che popolarono i ‘70/’80 italiani; pressoché tutti congegnati come rivendicazioni dell’autore contro la sventurata di turno i brani de “Il tronista” si dividono tra il delirante romanticismo alla Enzo Carella di "Scusa se ti parlo", "Medusa", “Mi disprezzi ancora” e “Antidoto”, l’intimismo anfetaminico di “O mio Dio” e “L’ibidini”, gli intermezzini giocattolosi di “Rapa nui” e “7eleven” e tanta, tanta demenzialità declinata in tutte le salse: prima psichedelica (“I love you”), poi calypso (“Rongo rongo”), poi ancora freak-français (“Fou de la vie”) e infine electro-rock, grazie a quel "Cesso diverso" al sapore di Squallor che ci regala strofe memorabili su cassa battente come “tu sei un cesso, senza via d’accesso”! Genio o emerito cialtrone, dunque? Nessuna delle due cose in realtà, perché sotto la scorza sterilmente provocatoria di questo esordio non c’è assolutamente niente di commestibile, né un Bugo in miniatura né un Rino Gaetano post-moderno e neanche un Freak Antoni ringiovanito; solo un inoffensivo saltimbanco dei nostri tempi che fa delle istallazioni il suo vero cavallo di battaglia (ricordiamo al volo le collaborazioni con i Maisie e Snowdonia). Perciò, musicalmente parlando, non ti curar di lui ma guarda e passa.

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La recensione il tronista di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-10-29 00:00:00

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