vodkafish1 vodkafish 2013 - Strumentale, Psichedelia, Noise

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Il trio catanese si presenta con un EP strumentale: quasi tutto azzeccato.

Collettivo catanese autoprodotto, Vodkafish affronta la prova studio plasmando il primo EP che giunge dopo 4 anni di concerti dal vivo. Ed il prodotto omonimo del trio siciliano è di quelli che parte a razzo e ti pettina a modo: una miscela di psichedelia e stoner rock esplode nel fulgore dell'improvvisazione artistica; pezzi come “Intro” e “Flush” hanno il sapore di un affresco che nei concerti si espande grazie ad improvvisazioni e code che mutano la struttura strumentale. Strumentale perché i sette brani di "Vodkafish" si ascoltano senza il minimo sussurro: tanti gruppi non reggono gli interludi da poche decine di secondi, figuriamoci chi deve vincere la sfida dei 24 minuti. E infatti, anche per "Vodkafish" non tutte le ciambelle riescono col buco: “Grave”, nel suo mood dark, stride un po' con lo spirito dinamitardo dell'album, ed alla lunga i pattern delle canzoni sembrano riciclarsi nell'anonimato. Nulla di drammatico, specie quando hai un bassista (Simone Privitera) capace di regalare una performance così preziosa: c'è tutto il groove e lo spirito di sacrificio necessario ad accompagnare una batteria serrata e lasciare la chitarra libera di spaziare fra riff e assoli.

Le basi sono convincenti, il lavoro strumentale di "Vodkafish" è solido e supera la prova, attendiamo i testi che potrebbero dare il giusto carattere alla band.

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La recensione vodkafish di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-12-13 00:00:00

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