Dinner ForFour
Lasciami Qui... 2012 - Rock

Lasciami Qui...

Tante idee povere affogate in un rock generalista abbastanza trash

Alla tavola dei Dinner For Four probabilmente si mangia insalata russa: non so quanti di voi ricordano la sfida tra zie a chi riuscisse a presentarla nella maniera più fantasiosa possibile. E allora via a insalata russa a forma di pesce, di vassoio, di cuore, coi fiori di carote e ravanelli, le uova sode a metà in miracoloso equilibrio, i piselli che diventano deliziose perline, l'erba cipollina come nastrino. Dell'insalata russa è difficile trovare una ricetta che sia uguale a un'altra, l'imperativo sembra essere: mettiamoci dentro ciò che capita, tanto il sapore è sempre buono se ben affogato nella maionese. Questo discorso può essere quindi valido per il piatto freddo in questione, ma non quando si tratta di musica.

Affogare il tutto in un bel po' di rock generalista sperando che serva a coprire una sostanziale mancanza di idee, buttando un riff hard-rock di qua, una melodia pop di là, un testo un po' sciatto da questa parte, una batteria piuttosto insicura dall'altra, no, è una ricetta che non funziona.
I Dinner For Four soffrono di questi suoni di chitarra vecchiotti, di un cantante intonato ma con un timbro per nulla interessante, spesso eccedono nella lunghezza dei brani usando soluzioni d'arrangiamento imbarazzanti (senti la parte centrale di "L'estremo contatto"). Si sentono echi del Liga ("Afterdinner", che da ora in poi va di diritto in coppia con "Happy hour"), e i brani nel finale hanno l'imperdonabile assolo utile solo al celodurismo del chitarrista. Imperdonabile la copertina, disegnata a mano coi pennarelli a spirito. Il risultato è una paccottiglia anni '80, come la trashissima presentazione dell'insalata russa della zia.

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