awe INDOLE 2013 - Rock, Grunge, Alternativo

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Fiati, chitarrone e voci in attesa di una scintilla

Se dagli anni ottanta non si esce vivi, dagli anni novanta, per molti versi, non si è mai usciti. Il frantumarsi delle ideologie post-Muro, la fine dei gruppi hair metal, il rallentamento graduale della ricerca sui synth, lo sdoganamento di alcune brutture estetiche come i fuseaux, e molto altro ancora, sono scogli che difficilmente ci si è lasciati alle spalle, non superando la stasi da post-qualcosa. Ok, è solo un mantra per giustificare la mia difficoltà ad abbandonare del tutto la mia adolescenza ma, almeno parlando di musica, gli anni novanta sembra che non se ne siano mai andati, incontrando alterne fortune su base ciclica.

All’interno di questo filone di eterno ritorno (e questa sembra una buona annata) si incasella il lavoro dei Awe, mestrini con all’attivo sei brani per meno di venti minuti di rock cantautoriale. Due note di fiati su una chitarra ritmica distorta e la mia mente va ai Dog Eat Dog ma è solo la mia adolescenza che parla, almeno in parte. Nessuna indole party-oriented nel lavoro degli Awe, né funky groove. Le ritmiche e gli arrangiamenti lambiscono sia un rock vicino ai Fast Animals and Slow Kids (“Ho una mina nello stomaco” potrebbe essere una loro b-side) sia variazioni crossover dello stesso à la Linea 77 - primi lavori. Se la base strumentale ha trovato un suo amalgama, seppur affinabile, le voci cercano per sei brani di trovare un loro equilibrio ma non appena lo trovano (vedi la già citata “Ho una mina nello stomaco”, la mia preferita del lotto, ormai è chiaro) ne fuggono via lontano, forzando una delle due voci ad un flow forzato e a volte didascalico che appesantisce il racconto. Anche se fiati puntellano i ritornelli a cercare l’effetto istant-anthem, spesso la forza dei pezzi inciampa proprio nei gorghi della paura di non aver dato abbastanza.

Se nel complesso il risultato riescono magari a portarlo a casa, seppur piccino, manca ancora un po’ di sicurezza, di quella necessaria a limare e correggere il tiro, ma niente che un bel po’ di date e una maggior attenzione nella stesura non possa fare.

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La recensione INDOLE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-02-07 00:00:00

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